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Promozione del benessere fisico-salutare, del  benessere psicologico e di quello sociale, nonché l’incremento della motivazione e dell’autonomia nella cura del sé e la promozione dello sviluppo delle relazioni-interpersonali. Queste le principali finalità dei corsi di nuovo dedicati ai pazienti di Colle Cesarano.
Una nuova attività riabilitativa che conferma l’attenzione dell’ equipe sanitaria di Colle Cesarano nella messa in pratica di un approccio terapeutico che comprenda una poliedricità di aspetti integrati, da quelli psicologici a quelli  sociali dell’individuo, fra loro interagenti e in grado di influenzare l’evoluzione della malattia.
I comprovati benefici, in termini di promozione della salute e qualità della vita, prodotti dall’attività fisica, assumono particolare importanza nel caso delle persone affette da disturbi psichiatrici (date le numerose patologie e condizioni mediche ad essi associate), la cui salute fisica sta diventando sempre più una  questione di rilievo per  la  sanità pubblica.
Tra le diverse attività sportive da proporre ai pazienti, la scelta di quella natatoria da parte dell’equipe sanitaria di Colle Cesarano è  strettamente legata  alla  peculiarità e alle numerose implicazioni psicologiche correlate all’esperienza del corpo immerso nella componente liquida.
“L’acqua, data la sua densità, permette una motricità completamente diversa  da quella abituale, fornendo  un’esperienza   estranea dalle     comuni sensazioni di pesantezza, rigidità, controllo, velocità – spiega la dott.ssa Giuseppina Cavarretta, tecnico di psicologia di Colle Cesarano, portavoce dell’équipe sanitaria del reparto SRTRe che ha ideato il progetto – Un altro fattore di particolare interesse per il lavoro con gli utenti del nostro progetto riguarda la percezione  dei confini del corpo, molto più netta e diretta a contatto con l’acqua, rispetto all’ambiente nel quale il nostro corpo abitualmente si muove.
L’attività in piscina implica pertanto, da un punto di vista psicologico, una riconsiderazione di sé, nel processo di adattamento che comporta l’entrare in contatto con sé stessi in una nuova dimensione. Altrettanto rilevanti sono gli aspetti legati al nuoto come attività atletico-motoria e i riferimenti simbolici connessi all’esperienza dell’imparare a nuotare. Sentirsi padroni di muoversi in acqua, un elemento estraneo alla propria natura, comporta la scoperta e il riconoscimento della propria abilità di acquisire sicurezza ed equilibrio”, precisa l’esperta.
Nello specifico i corsi di nuoto per i pazienti di Colle Cesarano sono tenuti da due istruttori della scuola di nuoto Ulpia di Tivoli, affiancati dai tecnici di psicologia di Colle Cesarano e prevedono l’insegnamento del nuoto, o il perfezionamento degli stili (in base al livello di partenza)   con obiettivi diversificati per ciascun partecipante.
“Determinante è stato l’aver trovato la disponibilità del complesso sportivo Ulpia (a Tivoli), dotato di due piscine coperte con diverse profondità – cosa che consente, anche a chi non sa nuotare, di poter  svolgere l’attività in acqua – e di un servizio   navetta   che   agevola l’organizzazione degli spostamenti dei gruppi di utenti dalla struttura di Colle Cesarano alla piscina e viceversa” – spiega la Cavarretta – “Non si tratta solo dell’attività del nuoto in sé, ma anche della creazione di un rapporto di cooperazione con i servizi presenti sul  territorio, che favorisce il processo di socializzazione, l’integrazione e il reinserimento del paziente nella rete sociale” osserva la dottoressa.
“I riscontri degli utenti dopo l’avvio del progetto sono stati molto positivi, sia da parte di chi si è approcciato per la prima volta a questa attività, sia di chi aveva precedenti esperienze di nuoto; – prosegue – ci ha colpito in particolar modo a questo proposito,  vedere uno dei nostri ospiti, che presenta marcate difficoltà nei movimenti e nella deambulazione, padroneggiare con sicurezza  4 diversi stili di nuoto e sperimentare dopo tanto tempo, il senso di soddisfazione e di autoefficacia, oltre che la facilità di muoversi” conclude l’esperta.