“Sono triste, depresso”, “Vorrei essere morto”, “Mi sento solo”, “Non riesco a fare nulla”, “Non posso più andare avanti così”, “Sono un perdente”, “Gli altri staranno meglio senza di me”

Sono alcuni dei principali segnali di allarme che ci possono aiutare a capire che una persona sta soffrendo, al punto di meditare un suicidio.
Le persone a rischio suicidio spesso riferiscono cambiamenti marcati del tono dell’umore, mancanza di motivazione nel vivere e della non identificazione del senso della vita.
Ma il suicidio si può prevenire.
La maggior parte degli individui con rischio di suicidio vuole assolutamente vivere ma non riesce, però, a trovare possibili alternative ai propri problemi.
La maggior parte di loro emette chiari segnali della loro intenzione suicida, ma spesso gli altri non ne colgono il significato, oppure non sanno come rispondere alla loro richiesta d’aiuto.
Parlare del suicidio non induce nell’altro un proposito suicidario; al contrario, l’individuo in crisi e che pensa al gesto si sente sollevato dal poterne parlare, ed ha l’opportunità di sperimentare un contatto empatico.
Il suicidio affligge profondamente gli individui, le famiglie, i luoghi di lavoro, la comunità e la società nel suo complesso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il suicidio come un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso.
Deriva da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali ed ambientali. Il suicidio, nell’ambito della salute pubblica, è un grave problema che potrebbe essere in gran parte prevenuto; costituisce la causa di circa un milione di morti ogni anno.
Ognuno di noi dovrebbe saper riconoscere i segnali d’allarme per il suicidio.
IMPARIAMO A RICONOSCERLI!